Stop Loss: come funziona veramente

Ora mi trovo qui. Nel mio studio. Un foglio bianco da una parte. Un foglio di WordPress che aspetta di essere riempito con i miei sproloqui riguardanti gli stop loss. Dall’altra parte un grafico. Rappresenta l’andamento corrente a cui viene valutato il rapporto Euro – Dollaro Australiano.

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L’avevo già anticipato in questo post qui. Ho avuto la brutta idea di “appassionarmi” al mondo degli investimenti e del trading finanziario. In particolare ho provato ad avvicinarmi al Forex perché, forse per mia ignoranza, è quello che mi ricorda di più lo sport trading.

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Ho deciso di acquistare un corso per capirci almeno qualcosa di trading sul Forex. E, meraviglia delle meraviglie, sto ingranando davvero! Se non altro sono in grado di interpretare un grafico e scarabocchiarci sopra delle linee, che apparentemente hanno qualche significato.
Dai, so che non ve ne frega una mazza di Forex e tutte ‘ste menate. Infatti non è di questo che voglio parlarvi. Oggi ho voglia di scrivere di Stop Loss. Purtroppo per voi “l’ho presa lunga” e deciso di iniziare da qui il mio discorso.

Forex & Stop Loss

Il corso che sto studiando prevede la presentazione di una strategia semplice (ma in teoria efficacie) per tradare i cambi valuta. Rapporto rischio/rendimento di 1:1, quindi come se fosse una scommessa a quota 2, e la sola manovra consentita è spostare lo stop loss in posizione di break even una volta che si sta guadagnando almeno il 50% del proprio profit target. Non avete capito?
Non è importante adesso. Quello su cui dobbiamo concentrarci ora è quella parolina qui sopra: Stop Loss. Osservatela bene. La vedete anche qui sotto, in questo estratto conto.

Senza-titolo-1-copia-1024x164 Stop Loss: come funziona veramente
Per la cronaca, non è un resoconto reale eh! Si tratta di un conto demo.

Praticamente quello che faccio, seguendo la strategia che mi è stata insegnata, è: compro (o vendo), imposto uno stop loss ad un certo prezzo ed imposto un take profit ad un altro, che sarà più alto. E poi … basta. Quello che succede, succede.
La strategie è perfetta? Probabilmente no.
Ma è come scommettere? Boh, se voi analizzate i mercati prima di giocare la bolletta alla snai, allora si, è come scommettere.

Ma torniamo a noi. Lo stop loss. Okay, questo nostro caro stop loss è impostato al medesimo istante in cui entro nel mercato e poi non deve più essere toccato. Cioè, io decido che massimo posso perdere 100€. Okay, imposto il mio stop loss di conseguenza e il risultato sarà che la mia massima perdita sarà proprio di 100€.

La vedete già la differenza con il trading sportivo?

Trading Sportivo e Stop Loss

perdite-01 Stop Loss: come funziona veramente

Quello che spesso capita tra chi pensa di fare trading sportivo (noto anche come tredingh per i professoroni) è che se va bene si decide quanto si vuole perdere quando già abbiamo messo i soldi nel mercato. Se va male non si ha la minima idea di quanto sia giusto perdere. Non parliamo poi di money management!

Per i più avanzati, quelli che già sanno che devono impostarsi uno stop loss, può capitare che si decida di cambiare il valore della perdita massima a seconda di quello che sta succedendo in campo (che sia calcio, tennis, rugby o curling). O peggio, di agire e modificare il proprio rischio seguendo le proprie emozioni o “intuizioni”. Non so voi. Io questo errore l’ho commesso molto spesso … e, mi vergogno un po’ a dirlo, ma mi è capitato anche in tempi recenti. E mannaggia, ogni tanto ci ricasco!

Praticamente si entra a mercato, dicendo che massimo voglio perdere 10€. Ma poi succedono cose e secondo il proprio sentimento si opta per alzare o abbassare questa soglia. Attenzione che anche se si decide di perdere meno, quando già si era a mercato con l’idea di un altra perdita massima potrebbe non essere sempre la migliore delle idee.

Quello che bisogna fare, invece, è essere categorici e:
“voglio rischiare 10€”, allora quella sarà la cifra massima che mi consentirò di perdere.

Non cambiare lo stop in-play!

Dunque, noi facciamo l’analisi. Decidiamo quanto rischiamo e come farlo. Ma soprattutto decidiamo quando e come uscire dal mercato se le cose non vanno come avremmo voluto. In fondo noi non siamo nel business delle previsioni o degli indovini. Noi siamo nel business dei soldi. Dobbiamo guadagnare soldi, non avere ragione. Quindi dobbiamo comprendere che la perdita di per se non è un problema se fa parte del nostro “business plan”.
Però, dicevo, noi dobbiamo avere tutto deciso e pianificato prima di entrare nel mercato e quindi prima di mettere veramente parte del nostro capitale a rischio. D’altronde, come la vedreste un’azienda che decide quanti soldi investire in marketing e come agire solo dopo aver già lanciato un nuovo prodotto sul mercato?

Torniamo ancora indietro per un momento. Se noi abbiamo pianificato tutto nei minimi dettagli, ore prima di entrare nel mercato, perché poi dobbiamo rischiare di sputtanare tutto agendo d’istinto quando il match è in corso? Provate a pensarci un attimo. Fatelo davvero. Chiudete gli occhi e riflettete su questa frase.

Ha senso secondo voi?

Conclusione

In sostanza quello che vorrei far passare con questo post è che se facciamo trading finanziario allora possiamo impostare a priori uno stop loss. Ammesso di essere abbastanza diligenti da non andare a “spaciugare” la nostra posizione, il nostro stop si comporterà come dovrebbe e ci salverà le chiappe come previsto.

Se facciamo trading sportivo però non è possibile farlo automaticamente, ma dobbiamo essere noi a metterci quel briciolo di diligenza in più e premere il pulsantino “cashout” al momento opportuno. Che, lo ricordo, non sarà quello che pensiamo sia giusto in questo preciso istante. No. Il momento opportuno per uscire dal mercato sarà quello che ritenevamo giusto qualche ora fa, quando abbiamo analizzato il match che ora stiamo tradando.

Per Approfondire

Ne ho già parlato recentemente, ma trovo questo libro talmente importante e ben fatto che pensa valga la pena riproporvelo: “What I Learned Losing a Million Dollars”.
Inoltre, anche “Trading in The Zone” presenta ottimi spunti di gestione del rischio e delle perdite, pur essendo più proiettato verso il lato mentale del trading.

Benché sono entrambi volumi dedicati al trading finanziario trovo che possiate leggerli immaginando che trattino di mercati sportivo. Vedrete che il succo del discorso è quello.

Buon trading (o quel che ne resta) a tutti!