
Quando praticavo pesistica c’erano diverse scuole di pensiero (per la cronaca, io sono sempre stato una mezza sega). Seppur non abbia mai gareggiato ho avuto l’occasione di confrontarmi con gente che lo faceva, e pure ad un certo livello. In quell’ambiente c’erano tre tipi di atleti: chi sollevava tanto ma non sapeva quello che stava facendo, chi sollevava un buon numero di chili conoscendo teoricamente i gesti che compieva e chi sollevava poco ma era un enciclopedia vivente di ogni singolo muscolo utilizzato per compiere un alzata.
Bene, quelli della prima categoria sono dei beceri ignoranti (non me ne vogliano eh), quelli del “no pain no gain“. I secondi sono quelli che, seppur con fatica e se supportati da una buona dote genetica, possono e riescono a fare i numeri. Mentre gli ultimi. Beh, forse sono peggio dei primi. Sono quelli che “sudano” sui libri ma in palestra non è che fanno poi tutto ‘sto sforzo. Sono quelli che: “tante parole” ma poi la sostanza è poca. Quando è ora di passare all’azione, beh, c’è sempre qualche cosa, secondo la loro infinita sapienza, che glielo impedisce.
In che categoria vi collochereste voi?
Non mi è dato di volta il cervello. Ricordo ancora che questo è un blog di trading e che molti trader (chiatti, brutti e occhialuti … sorry) avranno iniziato a sudare freddo, al sol pensiero di fare sforzo fisico, leggendo questo cappello introduttivo. Ma allora, a cosa è servito tutto questo preambolo?
Semplice, queste categorie esistono, pari pari, nel mondo del trading sportivo.
La prima categoria, quelli del “no pain no gain”, sono quelli che buttano soldi nel mercato in continuazione. Qualche volta gli va bene e qualche altra va male. Quelli che saltano di strategia in strategia ogni qual volta incontrano una losing run. Magari sono in positivo oppure molto in negativo. Ma in ogni caso continuano, imperterriti, per questa (stupida) strada. Questa gente è praticamente ossessionata dai mercati sportivi.
La terza categoria è rappresentata dai super-mega-iper nerd ©®. Quelli che entrano in una partita solamente se conoscono il numero esatto di peli nel culo che ha il secondo portiere della squadra in trasferta. Quelli che fanno un trade alla settimana perché tutte le altre occasioni, in un modo o nell’altro, non si attenevano 100% al loro metodo di profilazione. Ma alla fine come dargli torto. Hanno sempre letto ovunque che meno è meglio. Meglio un ottimo trade che 10 mediocri. Giusto?
Spesso, in questa categoria, troviamo quelli spaventati dai mercati.
Poi c’è la categoria di mezzo. Quelli che tradano con cognizione di causa. Sanno quello che fanno (tecnicamente e teoricamente) ma non si lanciano in sofismi e analisi inutili (tante analisi = tanti dati = tanto rumore … se conoscete Taleb capirete). Fanno il loro buon numero di operazioni ma non gettano soldi nel mercati a casaccio. Operano in questi, ma senza esserne ne spaventati ne ossessionati.
Secondo il mio modesto parere questi ultimi sono gli individui che hanno una chance di trovare una quadra in questo fottuto mestiere.
Voi che dite? In che categoria pensate di essere e in quale vorreste essere invece?
Buon Trading!