
Vi racconto una breve storia.
Domenica mattina, dopo un sabato intenso di trading, ho deciso di svegliarmi alle 6:30 perché giocavano gran parte delle partite del campionato di seconda divisione Giapponese più un paio di prima.
Sono andato a letto piuttosto tardi sabato e dopo 5 ore di sonno o poco più, alle sette meno un quart,o ero già davanti allo schermo. Con gli occhi gonfi ma pronto per una “bella” sessione di trading.
Alla fine dell’opera, però, ho tradato una sola partita. Non c’era altro che meritava di essere considerato (secondo i miei metodi) e quell’unico trade s’è pure chiuso in break-even. Probabilmente sarai potuto stare a letto.
Ma il punto di questo post non è lamentarmi. Lungi da me, anzi. Ci sono mille mila lavori più difficili, stressanti e impegnativi di questo. E mi sento estremamente fortunato a potermi guadagnare il pane rimanendo seduto davanti ad uno schermo che si trova a cinque mt dalla stanza dove dormo.
Il vero motivo per cui vi ho raccontato questo episodio è per far capire che il trading non è divertimento, scarica di adrenalina, esaltazione o incazzature (quando si perde). Solo perché si prova a guadagnare seguendo un match di calcio e si opera su piattaforme con cui la maggior parte degli individui scommette non significa assolutamente che tradare sia la stessa cosa. Anzi!
Se cercate l’adrenalina, il divertimento, la vincita, la botta di culo o il pavoneggiarvi sui social per tutti i soldi che avete vinto con la bolletta del week-end lasciate perdere il trading. Non fa per voi. Appunto giocate la bolletta il venerdì pomeriggio e poi esultate se azzeccate tutti e dieci i pronostici. Se però volete fare trading, allora accettatelo per quello che è: un lavoro, palloso, come molti altri ma che può darvi anche un sacco di soddisfazioni se svolto nella maniera corretta.
Buon Trading.